La principale causa della distorsione della caviglia è un movimento accidentale in inversione (rotazione interna della pianta del piede), in alcuni casi il movimento può essere in eversione (rotazione esterna della pianta del piede), ed a volte i due movimenti possono coesistere.
Il legamento maggiormente interessato nel trauma in inversione è il peroneo astragalico anteriore (PAA), seguito dal peroneo calcaneale (PC) e dal peroneo astragalico posteriore (PAP), mentre nel trauma in eversione è interessato il legamento deltoideo nelle sue varie componenti.
Il gonfiore è in genere immediato e può essere peggiorato dallo stravaso emorragico spesso dovuto alle lesioni legamentose.
Il dolore può essere molto intenso ed esacerbato alla digitopressione lungo il decorso dei legamenti lesionati, i movimenti sono molto limitati dal gonfiore e la stabilità della caviglia è compromessa nei gradi estremi.
Di regola una radiografia viene quasi sempre effettuata per escludere che vi siano fratture; l’ecografia consente di evidenziare la lesione delle strutture legamentose tipiche della distorsione ed in casi selezionati l’esame può essere completato con una RMN.

Le distorsioni di caviglia si distinguono in:

Lesioni di grado 0:
Non vi sono lesioni anatomo-patologiche a carico dei legamenti; in questo caso la sintomatologia (gonfiore, dolore, e impotenza funzionale) è limitata.
Le terapia (da effettuarsi il prima possibile) è riassunta nell’acronimo inglese R.I.C.E: (Rest, Ice, Compression, Elevation) ovvero Riposo, Ghiaccio, Bendaggio funzionale (No gesso) e Scarico.
Dopo qualche giorno si passa al recupero funzionale e del gesto atletico attraverso esercizi propriocettivi e allenamento aerobico. Il ritorno allo sport è previsto in 15 giorni.
Lesioni di 1°/2°/3° grado:
Si differenziano per le lesioni anatomo-patologiche a carico di uno o più legamenti.
Le lesioni di 1° e 2° grado (rispettivamente di uno o due legamenti) non prevedono l’intervento chirurgico, mentre le lesioni di 3° grado (tre legamenti) richiedono l’intervento chirurgico.
Le lesioni di 1° e 2° grado vengono trattate per le prime 72 ore con il R.I.C.E. (vedi Lesioni di grado 0).
Trascorsa questa fase si passa ad utilizzare terapie fisiche quali laser, ultrasuoni e da qualche anno l’endotermia (che consente recuperi molto più rapidi).

In questa fase ha inizio anche la rieducazione in acqua, che consente di eseguire esercizi controllati con carico parziale, senza danneggiare le strutture in via di cicatrizzazione.
Trascorsa questa seconda fase inizia la rieducazione in palestra con esercizi mirati propriocettivi e di rinforzo muscolare sport-specifici.

Il ritorno allo sport è previsto in 25/30 giorni per le lesioni di 1° grado , e 50/60 giorni per quelle di 2° grado.