Un po’ di anatomia

Il tendine rotuleo è parte integrante, insieme al tendine quadricipitale ed alla rotula, dell’apparato estensore del ginocchio; le fibre del muscolo quadricipite (parte anteriore della coscia) convogliano nel tendine quadricipitale che sia attacca al bordo superiore della rotula; le fibre che costituiscono il tendine rotuleo partono invece dall’apice inferiore della rotula, proseguono verso il basso e vanno ad ancorarsi sulla tuberosità tibiale anteriore (parte superiore e anteriore della tibia). La forza generata dalla contrazione del quadricipite viene trasmessa attraverso la rotula che funge da puleggia permettendo l’estensione del ginocchio.
Il rotuleo è un tendine dalla forma piatta, lungo circa 8 cm e largo mediamente dai 3,5/4 cm; è robusto e molto resistente, tanto che una sua porzione viene utilizzata negli interventi di ricostruzione del legamento crociato anteriore.

Perché l’infortunio

Il tendine rotuleo è particolarmente sollecitato durante attività esplosive come balzi, scatti e gesti atletici che comportano la rapida estensione del ginocchio; per questo motivo la tendinopatia rotulea è più frequente in sport come la pallavolo, il basket, il calcio e l’atletica; non a caso questo tipo di patologia è conosciuta anche con il nome di “ginocchio del saltatore” (Jumper Knee).
Per gli stessi motivi può essere interessato da questo processo patologico anche il tendine quadricipitale.

La patologia

Distinguiamo:
• Tendiniti;
• Entesiti;
• Tendinosi;
• Rotture tendinee.

Tendinite: sintomi
Generalmente si presenta con un dolore di tipo acuto, localizzato lungo il decorso del tendine: il dolore è evocato dalla palpazione e dall’estensione del ginocchio contro resistenza e talvolta è associato a gonfiore, calore e arrossamento locale.
Se il problema riguarda il tendine quadricipitale, il dolore è localizzato appena al di sopra della rotula ed in prossimità del suo bordo superiore.
A seconda dell’intensità e della situazione in cui si presenta il dolore è possibile classificare la tendinite in tre diversi stadi.
• Il I stadio è caratterizzato da dolore soprattutto dopo lo svolgimento dell’attività sportiva e nei i giorni successivi, soprattutto nelle prime ore del mattino.
• Nel II stadio il dolore è invece presente anche all’inizio dell’attività fisica, scompare gradualmente con il riscaldamento per poi ricomparire a “freddo”.
• Nel III stadio il dolore limita e impedisce l’attività fisica perché è sempre presente.

Entesite: sintomi
Consiste nell’infiammazione delle “entesi”, vale a dire la porzione di tendine che si attacca all’osso; distinguiamo l’entesite prossimale a livello dell’apice rotuleo inferiore e quella distale a livello della tuberosità tibiale anteriore.
La sintomatologia è simile a quella descritta per la tendinite, ma si localizza appunto vicino all’apice inferiore della rotula o lungo la tuberosità tibiale anteriore.

Tendinosi e lesione tendinea: sintomi
Quando i processi infiammatori vengono trascurati tendono a cronicizzare; in questi casi non si parla più di tendinite, ma di tendinosi.
Le fibrille danneggiate, non avendo il tempo di rigenerarsi, rimangono deboli, sottili e poco resistenti; il tendine gradualmente perde la resistenza meccanica e non riesce a sopportare le forze in trazione a cui è sottoposto.
La sintomatologia dolorosa compare solo durante l’attività e scompare a riposo; si tratta di un dolore “sordo” che obbliga l’atleta a diminuire il livello dell’attività sportiva.
Quando il tendine si rompe il paziente riferisce un dolore intenso, lancinante, e non è più in grado di estendere il ginocchio. Il discorso è analogo anche se si verifica la rottura del tendine quadricipitale.

La diagnosi

Per diagnosticare una tendinite rotulea o quadricipitale, un’entesite o una tendinosi si utilizza l’esame ecografico o, per una maggiore accuratezza, la risonanza magnetica.

La cura
La fisioterapia offre diverse modalità di trattamento per le tendinopatie. L’approccio nella fase acuta avviene generalmente con la terapia fisica; la laserterapia ed ultrasuonoterapia si rendono utili per curare gli strati più superficiali del tessuto; la tecarterapia e l’endotermia consentono un’azione più forte ed incisiva anche sui tessuti profondi, offrendo un’ottima stimolazione della vascolarizzazione dell’intero apparato tendineo; queste due terapie trovano indicazione nelle tendiniti particolarmente violente e nei casi in cui si sospetti un inizio di tendinosi.
Se nel passato si prediligeva l’immobilizzazione e il riposo assoluto, oggi, sulla base di nuovi studi, è possibile affermare che il movimento precoce, funzionale e mirato permette di ottenere risultati molto soddisfacenti.
La terapia in acqua consente questo tipo di approccio fin dalle prime fasi, offrendo un ambiente antigravitario dove il paziente può muoversi e fare esercizi senza il carico del peso corporeo sulle articolazioni.
Quando la situazione clinica lo consente si passa al lavoro “a secco”; in questa fase l’intervento del fisioterapista mira a ripristinare la capacità di resistenza del tendine e il normale tono muscolare soprattutto del quadricipite. A questo proposito il rinforzo muscolare eccentrico associato allo stretching consente di rinforzare il muscolo rispettando il processo di guarigione tendinea in atto, migliorandone elasticità e capacità di ammortizzazione dei carichi.
Successivamente, tramite esercizi specifici e di trasformazione del gesto atletico, si accompagna il paziente al ritorno all’attività sportiva da lui praticata.

I fattori di crescita
In casi selezionati è possibile stimolare la guarigione tendinea con i fattori di crescita. Si esegue un prelievo di sangue dal paziente, lo si centrifuga per ottenere un concentrato di piastrine e fattori di crescita (PRP) e lo si inietta a livello tendineo.

L’intervento chirurgico
Per evitare la rottura si può ricorrere all’intervento chirurgico di scarificazione; serve a “ripulire” la zona di sofferenza tendinea asportando le strutture danneggiate e stimolando la guarigione.
Quando invece c’è una lesione l’intervento mira a ripristinare la continuità del tendine tramite la sutura dei lembi tendinei lesi, ed il rinforzo del tendine tramite plastica o con tendine di banca. Il ritorno all’attività sportiva è previsto non prima dei 6 mesi.

La prevenzione: alcuni consigli
Per evitare sovraccarichi a livello tendineo è fondamentale seguire un programma di allenamento razionale, adatto alle proprie caratteristiche fisiche e che preveda i giusti tempi di recupero; altrettanto importante è la pratica dello stretching (soprattutto dopo l’attività sportiva) e l’uso di calzature idonee al tipo di attività praticata.
Essere buoni sportivi non significa essere più forti del dolore e ignorare stupidamente i segnali d’allarme che il nostro corpo ci invia! Essere atleti vuol dire conoscersi e sapersi gestire, nel rispetto delle proprie sensazioni e del proprio corpo, sfruttando al meglio ciò che ci consente di fare, per star bene e vivere in perfetta armonia con se stessi.