Le lesioni croniche determinate dall’attività sportiva rappresentano negli atleti i quadri patologici più frequenti, e la causa principale viene attribuita al sovraccarico funzionale.
Con questa terminologia si intende la ripetizione di gesti sportivi, o comunque di specifici movimenti, per tempi eccessivamente lunghi o con intensità elevata, che determinano un’azione meccano-traumatica sulle strutture interessate; ciò può venir facilitato da difetti articolari o da postumi di un trauma acuto. Analoghe azioni lesive possono essere attribuite anche ai conglomerati plastici della pavimentazione delle piste, delle pedane e dei campi sportivi.
L’azione traumatica ripetuta determina l’instaurarsi di un processo difensivo e riparativo locale, che prende il nome di infiammazione. Tale reazione che risulta clinicamente ben evidente nei traumi acuti (contusioni e distrazioni muscolari, distorsioni articolari, ferite), nelle lesioni da sovraccarico funzionale assume minor rilevanza; il sovraccarico funzionale viene invece caratterizzato soprattutto dal dolore di grado variabile, spontaneo ovvero provocato dalle sollecitazioni funzionali.
Nelle lesioni articolari croniche da sport il sovraccarico funzionale determina un quadro anatomico assimilabile a quello dell’artrosi.

La sintomatologia comune a tutte le localizzazioni è rappresentata fondamentalmente dal dolore di differente entità, in rapporto soprattutto a sollecitazioni funzionali e provocabile con la pressione, limitato o esteso a seconda della zona interessata.

Le più comuni sono:

Spalla del lanciatore
Gomito del tennista
Pubalgia
Ginocchio del saltatore
Tendinopatia achillea
Talalgia e metatarsalgia
Rottura del tendine d’Achille
Rottura del tendine del capolungo del bicipite brachiale
Frattura da sovraccarico
Spondilolisi e spondililistesi

Spalla del lanciatore:
Affezione dolorosa della spalla frequente nei lanciatori, che colpisce anche atleti praticanti la ginnastica, la pallamano, il tennis, il nuoto, il sollevamento pesi. Il dolore compare gradualmente, senza alcun rapporto con un evento traumatico acuto; tale dolore non è quasi mai spontaneo, ma viene provocato dallo stesso movimento di abduzione e retroproiezione della spalla. La sua comparsa intralcia sia il gesto sportivo, sia i movimenti abituali.
Gomito del tennista: è un affezione assai diffusa che è caratterizzata da dolore nella regione laterale del gomito in corrispondenza dell’epicondilo. Si riscontra con una certa frequenza nei tennisti, ma colpisce anche schermitori, golfisti, hockeisti. Il dolore in genere si manifesta in un modo insidioso, progressivo e nei tennisti di solito compare dopo un cambiamento di racchetta, solo raramente compare improvvisamente dopo un colpo non centrato nel quale la palla ha impattato il bordo della racchetta. Il dolore può essere diffuso sulla regione laterale del gomito oppure localizzato in corrispondenza dell’epicondilo o, più in basso e posteriormente, nell’interlinea radio-omerale. Compare nel corso della pratica sportiva per attenuarsi con il riposo; con il passare del tempo l’esercizio diventa impossibile ed il soggetto lamenta un netto dolore al risveglio mattutino anche dopo alcune ore di immobilità notturna. Talvolta il dolore compare anche in alcuni momenti di vita quotidiana: nell’aprire una porta, sostenendo una bottiglia per riempire il bicchiere, avvitando una vite, stringendo la mano di un conoscente.
Pubalgia: con tale termine viene comunemente indicata una sintomatologia dolorosa della regione del pube; essa si presenta alcune volte diffusa, in altri casi ben localizzata all’inserzione dei muscoli adduttori della coscia. Negli atleti del calcio, rugby, scherma, equitazione, nei quali tale sintomatologia dolorosa si manifesta con una certa frequenza , la pubalgia dipende dalla flogosi inserzionale dei muscoli adduttori della coscia. Il dolore compare dopo una gara od allenamento per scomparire dopo alcune ore di riposo. Il continuare a praticare l’attività sportiva, causerà l’aumento del dolore, che non scomparirà più con il riposo. Talvolta il dolore insorge anche in alcuni movimenti della vita quotidiana, come incrociare le gambe o allacciarsi le scarpe stando seduti.

Ginocchio del saltatore:
Si tratta di una gonalgia invalidante che interessa l’apparato estensore del ginocchio e cioè rotula e tendine rotuleo. Possono essere colpite dalla flogosi traumatica il tendine rotuleo e/o le sue inserzioni prossimali e distali. L’affezione è frequente in alcune discipline sportive come il salto con lo stile dello scavalcamento ventrale; si verifica nel basket, nella pallavolo e nel sollevamento pesi. La lesione si evidenza attraverso una sintomatologia dolorosa del ginocchio che insorge in alcuni atteggiamenti base dello sport praticato e precisamente quando gli arti inferiori sono atteggiati in estensione incompleta , sia in posizione di attesa che di caricamento. Talora la sintomatologia può comparire dopo che il soggetto è rimasto a lungo seduto con il ginocchio flesso, ciò che obbliga l’atleta ad alzarsi e camminare per farla scomparire.
Tendinopatia achillea: il tendine d’Achille è sede di sindromi dolorose che possono andare da una sofferenza occasionale e transitoria, che insorge in genere dopo una lunga marcia effettuata su terreno irregolare e con calzature inadeguate, fino ad un dolore continuo che può insorgere improvvisamente o gradualmente nel corso dell’attività sportiva.

Le tendinopatie achillee si suddividono in varie forme:

Peritendiniti pure
Peritendiniti con tendinosi
Tendinosi
Tendinopatie inserzionali
Borsite achillea superficiale o profonda
Sindrome di Haglund

Il dolore insorge di solito dopo un periodo di allenamento effettuato su terreni duri, oppure durante un allenamento particolarmente intenso con cambio di ritmo, che può rappresentare la causa ultima che determina la comparsa del dolore in genere unilaterale, localizzato sulla porzione media del tendine o sulla sua intersezione calcaneare. Il dolore diminuisce col riposto, basta però che il tendine entri in funzione, come nel semplice atto di salire o scendere le scale, perché la sintomatologia ricompaia accompagnandosi talvolta anche ad una modesta zoppia.

Talalgia e metatarsalgia:
Il piede dello sportivo è sottoposto ad un sovraccarico funzionale che varia in rapporto all’intensità dell’allenamento ed ai terreni sui quali viene svolto. Il sovraccarico funzionale può venire perfettamente tollerato se il piede non presenta anomalie statiche evidenti, in assenza cioè di un piede cavo, supinato, trasverso piano, largo anteriore o piatto. Viceversa , in presenza di tali anomalie si determina la sofferenza dei tessuti nelle aree maggiormente sovraccaricate, con comparsa di una sintomatologia dolorosa più frequentemente localizzata al tallone (talalgia) o alla regione metatarsale anteriore (metatarsalgia). La talalgia è comunemente nota fra gli sportivi come “tallonite”.
La metatarsalgia costituisce l’insieme delle sofferenze dolorose dell’avampiede; il dolore si localizza alle teste dei metatarsi e si instaura progressivamente, portando ad una alterazione statica dell’appoggio che non si effettua più come di norma, sulla testa del 1° e 5° metatarso, ma a livello della testa del 3° e 4°.

Rottura del tendine d’Achille:
È un’evenienza relativamente frequente nella prativa sportiva. Essa rappresenta l’episodio terminale di un processo di degenerazione progressiva che coinvolge in maniera estesa tutta la compagine tendinea. Tale processo degenerativo decorre asintomatico (se non associato ad una componente infiammatoria) e la rottura perciò si manifesta spesso inaspettatamente, in atleti fino a quel momento privi di ogni sintomo doloroso a carico del tendine.
Il quadro clinico della rottura sottocutanea del tendine d’Achille è abbastanza caratteristico: nel corso di un movimento brusco e talvolta anche banale, della caviglia, il paziente avverte un dolore acuto nella zona posteriore del collo del piede, come se avesse ricevuto un calcio o fosse stato colpito da un sasso. Immediatamente la deambulazione ed il carico sull’arto infortunato divengono difficoltose se non impossibili. Alla palpazione si evidenzia un vero e proprio solco a livello della rottura. Dopo alcune ore si manifesta una discreta tumefazione che rende più difficile il riscontro obiettivo della lesione.
Rottura del tendine del capolungo del bicipite brachiale: è una lesione abbastanza rara che può verificarsi in atleti che svolfono attività sportive particolarmente impegnative per la muscolatura degli arti superiori (ginnastica, sollevamento pesi). Nel corso di una violenta contrazione del muscolo (generalmente contro resistenza) l’atleta avverte un vivo dolore alla regione anteriore della spalla associato ad una sensazione di “strappo” o di “lacerazione” che provoca una immediata impotenza funzionale nei movimenti dell’arto. Dal punto di vista obiettivo si osserva una evidente tumefazione della regione anteriore del braccio che si accentua se si invita il paziente a contratte il muscolo; si nota inoltre una depressione a livello del margine anteriore del muscolo deltoide, nella sede normalmente occupata dal tendine del capo lungo del bicipite, che per effetto della rottura, sii disloca distalmente.
Frattura da sovraccarico: sono soluzioni di continuo dell’osso che si verificano a causa di sollecitazioni funzionale ripetute e continue che finiscono per superare la resistenza del tessuto scheletrico. Da questa premessa si comprende facilmente come si possano riscontrate con una certa frequenza in atleti, soprattutto in quelli che svolgono allenamenti intensi e ripetitivi. Le sedi più frequentemente colpite sono le diafisi dei metatarsi e dalla tibia, benché siano state descritte anche altre localizzazioni. Le discipline sportive più interessate a questo tipo di lesioni sono la marcia e la corsa.

Spondilolisi e spondilolistesi:
Per spondilosi si intende l’interruzione di quella porzione dell’arco vertebrale che unisce l’apofisi articolare superiore a quella inferiore (istmo). La spondilolisi può verificarsi anche per microtraumi ripetuti come quelli che si verificano in alcuni sport nei quali il rachide lombare compie frequenti e forzate iperestensioni (ginnastica, tuffi, sollevamento pesi, lotta, lanci). Le vertebre interessate a questo fenomeno sono L4 e L5 e la sintomatologia soggettiva è caratterizzata da episodi recidivanti di lombalgie e lombosciatalgie.
La spondilolistesi è invece lo scivolamento della vertebra (e del tratto del rachide sovrastante) rispetto a quella inferiore; scivolamento consentito proprio dalla lisi istmica che fa perdere alla vertebra il suo ancoraggio posteriore.